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Energia rinnovabile Europa: raggiunto un nuovo accordo

Energia rinnovabile Europa
Nozioni sul fotovoltaico
Aggiornato il 21. aprile 2023
7 min. Tempo di lettura
Francesca_Pennisi
Francesca Pennisi

Energia rinnovabile Europa: un nuovo passo importante verso la transizione energetica è stato compiuto. Lo ha annunciato lo scorso 30 marzo la Presidenza svedese dell’Unione Europea con un tweet e con un comunicato ufficiale.

Avrai senz’altro sentito parlare di cambiamento climatico, decarbonizzazione, Green Deal, transizione energetica UE. Siamo più o meno consapevoli di quanto il cambiamento climatico e il degrado ambientale rappresentino una minaccia per noi e per la natura. Sono sfide importanti al centro delle politiche economiche internazionali e nazionali.

La legislazione è complessa e si è evoluta molto negli ultimi 15 anni. Queste iniziative puntano sia a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, sia a diversificare l’approvvigionamento energetico e a ridurre la dipendenza rispetto a quei mercati percepiti e ritenuti volatili e inaffidabili.

Sappiamo inoltre che le energie rinnovabili hanno un impatto ambientale ridotto, in quanto emettono meno carbonio rispetto ai combustibili fossili. Aumentare sensibilmente la quota delle rinnovabili è fondamentale per ridurre l’impronta del carbonio nel settore energetico: pensa che ad oggi è responsabile del 75% di tutte le emissioni nell’Unione europea!

Tra le energie rinnovabili abbiamo per esempio l'energia solare, l'energia idroelettrica, l'energia delle maree e quella geotermica, per citarti alcuni esempi.

Avevamo già parlato del mercato fotovoltaico e dei trend che ci dobbiamo aspettare in futuro, oggi ci concentreremo invece sui contenuti del nuovo accordo provvisorio. Partiamo vedendo in breve come è cambiata la normativa!

Come si è evoluta la normativa

Già nel 2009 l’Unione europea aveva fissato “l’obiettivo di una quota del 20 % del consumo energetico da fonti rinnovabili” da raggiungere entro il 2020. Si sono susseguite altre normative, fino ad arrivare al pacchetto “Pronti per il 55 %” che è stato presentato dalla Commissione il 14 luglio 2021.

Lo scopo di questa misura era di:

Allineare la normativa dell'UE in materia di clima ed energia all'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica dell'UE entro il 2050 e a quello di ridurre, entro il 2030, le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990.
Comunicato stampa del 30 marzo 2023 pubblicato su https://www.consilium.europa.eu/

Esiste però anche un altro piano, denominato REPowerEU, varato lo scorso 18 maggio 2022 con cui la Commissione ha proposto altre modifiche alla luce dei nuovi cambiamenti nel panorama energetico, che sono stati integrati nell’ultimo accordo provvisorio.

Con il conflitto russo-ucraino e la crisi energetica che ne è conseguita, l’UE ha deciso di accelerare la transizione energetica e di ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili russi prima del 2030.

Obiettivo principale dell’accordo e vantaggi

Il nuovo accordo provvisorio punta ad accrescere fino al 42,5 % l’energia proveniente da fonti rinnovabili nel mix energetico complessivo entro il 2030. Una crescita importante, se pensiamo che l’obiettivo precedente era che fosse al 32 %.

Ma qual è la situazione attuale? Stando ai dati del Consiglio europeo, nel 2020 il 22,1 % di tutta l’energia consumata nell’Unione europea era prodotto da fonti rinnovabili.

Riassumiamo allora i principali vantaggi:

  • Producono minori emissioni di gas serra;
  • Costituiscono un’alternativa rispetto alle importazioni di combustibili fossili dell’UE;
  • Producono un miglioramento della qualità dell’aria e della salute umana.

 Cos’altro prevede?

Oltre all’obiettivo macro, sono stati definiti degli obiettivi settoriali, chiamati anche sotto-obiettivi. Questi ultimi riguardano tanti settori, tra cui trasporti, industria, edifici, sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento. Andiamo al sodo e vediamo i principali:

Autorizzazioni più snelle per i progetti relativi a impianti a energia rinnovabile

Per aumentare la quota delle rinnovabili occorrerà velocizzare e snellire le procedure di autorizzazione legate ai progetti che le impiegano.

Per riuscire in questo intento di semplificazione, “gli Stati membri designeranno zone di accelerazione per le energie rinnovabili in cui i progetti in materia di energie rinnovabili saranno oggetto di una procedura di autorizzazione semplificata e rapida.

La diffusione delle energie rinnovabili sarà inoltre considerata di "interesse pubblico prevalente", il che dovrebbe limitare i motivi di obiezione giuridica ai nuovi impianti”.

Accordi sui trasporti per tutti i Paesi membri

La mobilità rappresenta un altro sotto-obiettivo. Infatti, ogni Paese Membro potrà scegliere se:

  • Ridurre del 14,5 % l’intensità delle emissioni di gas a effetto serra nel settore dei trasporti entro il 2030;
  • Perseguire una quota vincolante pari ad almeno il 29 % di energia rinnovabile nel consumo finale di energia per i trasporti, entro il 2030.

L’accordo provvisorio ha fissato anche un sotto-obiettivo combinato che prevede il 5,5 % nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti per:

  • i biocarburanti avanzati (si tratta di derivati da materie prime non alimentari);
  • i combustibili rinnovabili di origine non biologica (principalmente idrogeno rinnovabile e combustibili sintetici a base di idrogeno) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti.

È previsto poi che almeno l’1 % dell’energia rinnovabile fornita a questo settore provenga da combustibili rinnovabili di origine non biologica.

Crescita dell’1,6% annuo sull’uso delle energie pulite nel settore industriale

Questo è un altro punto importante che riguarda invece l’industria. È stato infatti previsto che aumenti dell'1,6 % annuo l’utilizzo delle energie rinnovabili. Entro il 2030, l’uso dell’idrogeno in questo settore dovrebbe derivare per il 42 % da combustibili rinnovabili di origine non biologica. Un valore che dovrebbe salire al 60 % entro il 2035.

I Paesi membri possono però ridurre del 20 % il contributo dei combustibilirinnovabili di origine nonbiologica nell'uso industriale, a due condizioni:

  • il contributo nazionale degli Stati membri all'obiettivo vincolante generale dell'UE deve raggiungere la quota prevista;
  • la percentuale di idrogeno da combustibili fossili consumata nello Stato Membro non supera il 23 % nel 2030 e il 20 % nel 2035.

Questi sono tre dei principali temi emersi durante questo confronto. Le altre novità riguardano gli edifici, il riscaldamento e il raffrescamento e l’uso della biomassa per l’energia.

Attenzione però, perché la direttiva non è ancora in vigore: prima di essere pubblicata in Gazzetta ufficiale dell’UE dovrà essere infatti formalmente adottata dal Parlamento e in seguito dal Consiglio.

In breve

  • Il nuovo accordo provvisorio tra negoziatori del Consiglio europeo e del Parlamento europeo ha rivisto il pacchetto “Pronti per il 55 %” (obiettivo di ridurre di almeno il 55 % le emissioni) puntando ad accrescere fino al 42,5 % l’energia proveniente da fonti rinnovabili nel mix energetico complessivo entro il 2030. Tutto questo rientra in un progetto molto più ampio Green Deal europeo Italia.
  • Scopo della direttiva fonti rinnovabili è sia produrre inferiori emissioni di gas serra in ottica di sostenibilità e per perseguire la transizione energetica, sia proporre alternative alle importazioni di combustibili fossili dell’UE e in generale migliorare la qualità dell’aria e della salute umana.
  • La nuova normativa propone principalmente: autorizzazioni più snelle per i progetti relativi a impianti a energia rinnovabile, nuovi accordi su tutti i trasporti e novità anche nel campo dell’industria.
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