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Energy community: una realtà sempre più ambita

Energy community
Nozioni sul fotovoltaico
Aggiornato il 29. aprile 2022
7 min. Tempo di lettura
Dalia_Franceschini
Dalia Franceschini

Che si tratti di persone fisiche, di piccole o medie imprese o di pubbliche amministrazioni poco importa. Entrare a far parte di una comunità energetica, o energy community, è un diritto garantito a tutti, persino a chi non è dotato di un impianto fotovoltaico.

Comunità energetiche: definizione ed esempi diffusi

Ma cosa sono queste comunità energetiche e perché se ne parla tanto? Prima di addentrarci nei meccanismi che stanno alla base di una Energy Community e nelle normative che la regolano, occorre fare un passo indietro e dare una definizione a tale concetto.

Immagina un gruppo di persone singole, aziende che svolgono attività commerciali o enti pubblici che, radunati in una vera e propria comunità, mettono insieme le forze per dotarsi di impianti per la produzione di energia green, che verrà poi consumata sulla base del principio della condivisione. Ecco, questa è una comunità energetica. Stiamo parlando dunque di una forma di produzione di energia verde basata sulla collaborazione, alla cui base vi è un sistema di scambio a livello locale.

Gli esempi più diffusi

Per farti capire nel concreto di cosa stiamo parlando, ti forniamo qualche esempio di realizzazione di comunità energetiche. L’esempio più classico di creazione di una comunità energetica è proprio quello del condominio, si parla in tal caso di condomini in autoconsumo collettivo. Il concetto si basa sull’idea di installare sul tetto dell’edificio delle famiglie che vi abitano un impianto fotovoltaico. L’energia ricavata dai moduli fotovoltaici, che sarà energia a zero impatto ambientale, potrà essere messa a disposizione a tutti i membri della comunità, ovvero a tutti i condomini, che potranno godere di un risparmio in bolletta non indifferente. Seguendo lo stesso principio, è logico dire che i membri di una comunità energetica possono essere tutti quei soggetti che, chi per una motivazione e chi per l’altra, sono di fatto condomini del palazzo. Un esempio?

  • Bar
  • Ristoranti
  • Uffici e negozi.

Hai sentito parlare anche di Prosumer?

Per capire al meglio il funzionamento di una comunità energetica, è necessario conoscere il concetto di Prosumer. Il termine deriva dalla combinazione delle parole in lingua inglese Producer e Consumer. Il Prosumer è infatti un produttore di energia e al contempo un consumatore: è quell’utente dotato di impianto fotovoltaico connesso in rete che partecipa attivamente alla produzione di energia pulita, di cui si serve per soddisfare i suoi bisogni di autoconsumo. L’energia di surplus non utilizzata dall’utente stesso viene poi ceduta a favore di tutti gli altri membri della comunità energetica o, altrimenti, raccolta in batterie di accumulo.

Possiamo dunque affermare che il Prosumer è quell’utente mosso dalla volontà di abbattere sprechi energetici inutili e che vuole sfruttare il proprio impianto FV in modo intelligente. All’interno della comunità energetica (C.E.) possono far parte sia produttori di energia che consumatori.

Requisiti per costituire una energy community

Come ogni comunità, anche quelle energetiche devono rispettare determinati requisiti per essere costituite. Tali condizioni sono state disciplinate dalla delibera 318/2020/R/EEL di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Ecco le principali:

  • Qualunque tipo di utente, come abbiamo detto in precedenza, può partecipare a una comunità energetica. Unica condizione è che i punti di immissione e di prelievo dell’energia, di cui i membri della Energy Community saranno titolari, devono essere collegati alla rete elettrica già esistente e a una stessa cabina di media o bassa tensione.
  • Ogni impianto tramite il quale viene prodotta energia green deve essere stato messo in funzione dopo il 1° marzo 2020, data di entrata in vigore della conversione in legge del decreto Milleproroghe (in seguito vedremo nel dettaglio di cosa si tratta).
  • L’impianto non deve avere una potenza complessiva superiore ai 200 kW.

I vantaggi di una comunità energetica

I vantaggi di cui puoi beneficiare entrando a far parte di una comunità energetica non sono per niente indifferenti. Si possono dividere in 2 macro-categorie:

Benefici ambientali

Il primo vantaggio che viene in mente nella costituzione di un sistema di produzione e condivisione di energia va sicuramente a vantaggio dell’ambiente. In una energy community, l’energia elettrica viene prodotta dai moduli fotovoltaici di un impianto. Deriva dunque da fonti di energia rinnovabili che riducono il processo di emissione di CO2 e di altri gas climalteranti.

Benefici economici

In termini economici, invece, costituire una comunità energetica porta ad una serie di incentivi stanziati al fine di promuovere lo sviluppo di tali comunità. Ecco i principali vantaggi economici:

Primo fra tutti. Consumando l’energia elettrica autoprodotta, i membri di una comunità energetica potranno rendersi quasi indipendenti dalla rete nazionale, poiché non ci sarebbe più bisogno di acquistare energia o per lo meno, potrebbero ridurre il consumo di energia prelevata dalla rete nazionale. Inoltre, le comunità energetiche autonome contribuirebbero all’indipendenza energetica del Paese, evitando a quest’ultimo di importare energia da Stati esteri.

Tra i vari vantaggi del fare parte di una comunità energetica vi è anche quello di poter usufruire di particolari tariffe incentivanti sul consumo energetico. Tali vantaggi sono diversi a seconda se si è registrati nella comunità come Prosumer o Consumer.

I vantaggi previsti per i Prosumer

È logico pensare che coloro che, all’interno di una comunità, si dotano di un impianto e producono energia da condividere avrà più vantaggi economici rispetto a chi si limita a consumare l’energia prodotta. La tariffa incentivante prevista per un impianto facente parte di una energy community è la seguente: 110 € / MWh. Vale a dire, per ogni MWh autoprodotto e auto-consumato lo Stato garantisce un incentivo di 110 €. 

Per i produttori di energia, inoltre, è prevista una remunerazione dell’energia immessa per la comunità energetica. Chiaramente, non tutta l’energia prodotta verrà auto-consumata dal produttore o verrà messa a disposizione dei membri della comunità energetica. Parte di essa potrà essere immessa anche nella rete nazionale. Per tale processo di “vendita” dell'energia prodotta nei confronti del distributore, è prevista una tariffa incentivante di circa 16 centesimi per ogni kWh.

I vantaggi del Consumatore

Ebbene sì, anche per i semplici consumatori, ovvero per coloro che non partecipano attivamente alla produzione di energia ma che si limitano a consumarla, sono previste tariffe incentivanti. L’ARERA ha regolamentato i costi in bolletta di questi ultimi, registrando una spesa tra gli 8 e i 10 centesimi di euro a kWh. 

Si tratta dunque di un risparmio notevole rispetto ai costi che normalmente i consumatori dovrebbero sostenere (circa 0,25 € / kWh). Da considerare anche il fatto che, l’energia messa a disposizione della comunità energetica viene prima accumulata per poi essere distribuita ai vari consumatori della comunità. 

Così facendo l’energia prodotta non deve essere distribuita tramite la rete nazionale, risparmiando così sui costi di “trasporto” per il Consumer. Questo consente loro di risparmiare circa 10 cent per ogni kWh.

Il decreto Milleproroghe

Lo abbiamo nominato prima, ora ti spieghiamo che cos’è. Si tratta del decreto che regola il funzionamento e la struttura delle comunità energetiche in Italia. Nel caso delle comunità energetiche, l’articolo al quale fare riferimento è in particolare il 42-bis “Autoconsumo da Rinnovabili”. Questo articolo enuncia la possibilità di formare comunità energetiche rinnovabili e di dare il via a progetti di autoconsumo collettivo tramite l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili.

Comunità energetiche e Superbonus 110%

Lo sapevi che per le cooperative energetiche è prevista la possibilità di godere del Superbonus 110%?

Il funzionamento è il seguente: fino alla potenza di 20 kW spetta il superbonus con un massimale di 48.000 € e comunque nel limite di spesa di 2.400 € per ogni kW di potenza nominale dell’impianto FV, da suddividere in 5 (o in 4 per le spese effettuate nel 2022) quote all'anno di pari importo. Per impianti di potenza superiore 20 kW e fino a 200 kW spetta la detrazione del 50 % di cui all’art. 16-bis, comma 1, lettera h del TUIR, nel limite di spesa di 96.000 €.

Se vuoi restare aggiornato su tutte le novità e sulla regolamentazione delle comunità energetiche, puoi consultare la sezione dedicata sul portale GSE. Alcune normative vengono pubblicate a livello di singola regione, in tal caso è necessario informarsi tramite i decreti legge regionali, come ad esempio quelli pubblicati dal Veneto e dalla Lombardia.

In breve

  • Comunità energetiche: una realtà già presenti da alcuni anni nei paesi del Nord Europa, ma che si sta diffondendo sempre di più anche nel Bel Paese.
  • Prosumer e Consumer: due soggetti con ruoli diversi, rispettivamente produttore con ruolo attivo e consumatore, ma facenti parte della stessa comunità energetica.
  • I benefici di una energy community sono tanti e vanno a vantaggio del clima, della comunità e delle tasche di chi decide di entrarne a far parte.
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